Piano Particolareggiato ex scalo ferroviario Ravone, Bologna

Il progetto conferma l’impianto già licenziato durante la fase di Masterplan, e assunto quale schema direttore della corrispondente scheda di POC, apportando alcune modifiche non sostanziali che tengono conto dei cambiamenti di mercato occorsi nel frattempo, così come della volontà di ottimizzare l’accessibilità all’area e di migliorare le connessioni con il quartiere e gli ambiti di trasformazione limitrofi. La crisi immobiliare, i cui effetti non hanno esaurito la propria spinta, ha consigliato di assumere lo scenario più sfavorevole in termini di carico urbanistico (49% usi non residenziali/51% usi residenziali), così da uniformare ad esso le scelte infrastrutturali di lungo periodo, le dotazioni territoriali e lo standard urbanistico (comunque passibili di revisione). Il parcheggio urbano Tanari è stato affiancato al fascio ferroviario, allontanandolo il più possibile dall’edificato. La strada sussidiaria, declassata dal PSC, è stata ripensata, nell’andamento del suo tracciato così come nel ruolo, quale asse di collegamento urbano che attraversa l’area definendo un chiaro ingresso al parco metropolitano confinante con l’area Prati di Caprara. In aggiunta si è ritenuto opportuno rivedere il dimensionamento delle maglie urbane per garantire una migliore accessibilità ciclo-pedonale da e verso le aree limitrofe. Il vero fattore innovativo del piano consiste invece nell’aver ufficializzato l’attivazione temporanea di parte dell’ex scalo ferroviario ( come già prefigurato nella proposta di masterplan) quale fase di innesco dell’intero processo di valorizzazione del redigendo PUA. Trova in questo modo puntuale e inedita conferma, almeno con riferimento al panorama nazionale, la volontà di sperimentare concretamente una innovativa “urbanistica temporanea” che, prendendo atto del fallimento degli strumenti convenzionali di gestione del territorio in un fase di manifesta contrazione, è chiamata a reintrodurre la possibilità di una sperimentazione attiva degli spazi esistenti quale concreto momento di verifica della qualità delle previsioni, attraverso il coinvolgimenti degli attori, selezioni attraverso manifestazioni di interesse e/o laboratori partecipativi. Il ruolo del progetto urbano, in tal senso, diventa quello di mediare costantemente tra sollecitazioni dal basso e previsioni infrastrutturali di medio-lungo termine, ristabilendo in tal modo una più diretta corrispondenza con l’esperienza maturata prima dell’istituzione della Pianificazione, a partire dalla seconda metà del XIX secolo.